Che cos’è
La disgrafia è una disfunzione minima del sistema nervoso centrale ed è classificata nel manuale
diagnostico e statistico dei disturbi mentali (D.S.M.) tra i disturbi dello sviluppo della coordinazione
motoria. E’ la difficoltà nell’acquisizione e nell’esecuzione delle attività motorie coordinate, che si
può manifestare attraverso lentezza e imprecisione nell’esecuzione di attività motorie sia
grossolane che fini, ad esempio nell’uso scorretto delle forbici o nella costruzione di puzzle, fino
ad una scrittura a mano lenta e/o poco leggibile.


Il termine “disgrafia” fa riferimento alla difficoltà nella realizzazione a mano dei grafemi, ossia dei
simboli alfabetici che compongono la scrittura; non riguarda, quindi, il rispetto delle regole
ortografiche ma l’esecuzione della scrittura stessa; un disgrafico non è un studente che commette
errori ortografico/sintattici, ma un individuo che ha una grafia illeggibile.


Modelli di Riferimento
La scrittura manuale è una funzione strumentale risultante da un insieme di abilità motorie,
percettive, tattili e cinestesiche, e di componenti linguistiche e attentive; per la realizzazione grafica
è necessario che le abilità si sviluppino e si integrino tra loro (Beery, 2004).
Uno dei modelli interpretativi della disgrafia è quello di Coltheart et al. (1981), utilizzato per
comprendere i processi di lettura e scrittura; il modello si chiama “a due vie”: lessicale e
sublessicale. Nel primo caso, quando la parola udita è già conosciuta, si accede al lessico
grafemico della parola stessa (via lessicale), se invece viene ascoltata una parola sconosciuta
allora avviene la conversione grafema\fonema attraverso una trascrizione sequenziale per cui ad
ogni suono corrisponde un segno grafico (via sub-lessicale). Infine, il buffer fonemico trattiene
l’informazione acustico/uditiva che viene codificata attraverso la conversione in grafemi e
attraverso processi grafo-motorio che consentono l’esecuzione motoria del tratto grafico (Van
Galen, Smits- Engelsman & Schmaker, 1993).
Tuttavia, uno dei modelli teorici più utilizzati per comprendere i processi implicati nella
composizione scritta dopo che lo studente ha selezionato il grafema transcodificato da quanto letto
o udito, è quello di van Galen et al. per cui esistono tre stadi indipendenti per l’esecuzione della
scrittura:

  1. Selezione dell’allografo: lo studente recupera il pattern motorio corrispondente al fonema dalla
    memoria a lungo termine che comprende la forma necessaria (minuscolo o maiuscolo) e
    l’esecuzione specifica (stampato/corsivo) per ciascun grafema;
  2. C ontrollo delle dimensioni: l’esecuzione motoria riguardo la misura della singola lettera,
    l’inclinazione della scrittura, la velocità di realizzazione
  3. A ggiustamento muscolare: processo muscolo-specifico che coinvolge un preciso insieme di
    unità motorie (fibre muscolari) per la realizzazione della sequenza motoria programmata e la
    scrittura.
    Tuttavia, esistono altre componenti che intervengono nel processo di transcodifica del suono: le
    componenti visuopercettive che si occupano di analizzare la forma delle lettere, le componenti
    visuospaziali che intervengono nel giusto orientamento delle lettere, nel distanziamento tra lettere
    e tra parole e nell’uso dello spazio nel foglio, le componenti linguistiche riguardanti l’analisi
    fonologica della parola e il recupero ortografico della stessa.
    Caratteristiche principali della Disgrafia
    La compromissione nell’acquisizione di uno o più processi e la relativa integrazione comporta la
    realizzazione di una grafia poco leggibile o estremamente faticosa, per cui gli studenti possono
    presentare notevoli difficoltà a scuola. A tal proposito, nella scuola attuale, nonostante la
    conoscenza e l’uso didattico delle nuove tecnologie, l’uso della scrittura a mano è ancora molto
    consistente, perciò uno studente con disgrafia trascorrerà molto tempo in attività che prevedono la
    messa in atto della funzione per lui deficitaria, rendendo così i compiti molto più faticosi del dovuto.
    In quei compiti che richiedono la stesura di contenuti espressivi e/o narrativi, argomentativi,
    informativi ecc. le risorse cognitive saranno impiegate maggiormente nei processi visuo spaziali e
    motori piuttosto che nei processi di ideazione, pianificazione di concetti, stesura di frasi, attenzione
    alla morfo-sintassi: lo studente con disgrafia porrà, quindi, più attenzione alla stesura dei grafemi
    piuttosto che alla realizzazione di contenuti adeguati. Inoltre, per gli studenti con disgrafia,
    trovando la scrittura molto faticosa, impiegano molto più tempo dei loro compagni per terminare un
    compito che prevede l’esercizio di scrittura continuativo; nonostante l’impiego di risorse cognitive
    adeguate e il lungo tempo impiegato, il risultato, da un punto di vista grafico, risulta comunque
    poco leggibile, interferendo con gli altri processi di livello ortografico e compositivo (pianificazione
    di frasi e testi), consumando così risorse cognitive e memoria di lavoro.
    Inquadramento diagnostico
    La diagnosi di disgrafia
    E’ possibile diagnosticare la disgrafia a partire dalla terza elementare della scuola primaria;
    innanzitutto per poter avanzare una diagnosi di questo tipo è necessario escludere patologie
    neurologiche e/o deficit sensoriali, disabilità intellettiva e che le difficoltà non siano ascrivibili ad un
    insegnamento non adeguato. La valutazione deve tener conto di alcuni criteri:
  • La leggibilità, ossia la qualità del segno grafico in corsivo. E’ valutata attraverso l’analisi formale
    della grafia, verificando se i grafemi sono leggibili senza sforzo da parte di un’ altra persona.
    -La fluenza della scrittura si riferisce all’automatizzazione della stessa, ossia lo scrivere senza
    prima dover pensare a come scrivere ciascuna lettera e a come collegarle tra loro in una parola.
    Una scrittura fluente consente di scrivere con un’economicità di movimenti eseguiti e con
    andamento regolare.
  • valutare il corsivo in diversi tipi di compito – scrittura dell’alfabeto, di parole, numeri – e modalità
    di richiesta – copia, dettato, testo libero – in quanto per copiare sono necessarie competenze visuopercettive, visuo- spaziali e visuo-costruttive, mentre in un dettato è necessaria l’analisi fonologica
    della parola e la transcodifica del suono in segno scritto, per cui sono implicate competenze
    linguistiche.
    La disgrafia può presentarsi in compresenza di altri disturbi, in particolare con il disturbo della
    coordinazione motoria e con la disortografia.

    Cosa fare
    In seguito alla diagnosi, è necessario attivare il piano didattico individualizzato (P.D.P.) come
    previsto dalla Legge 170/2010, per cui è necessario attivare un documento, condiviso tra scuola e
    genitori, in cui sono indicati gli strumenti e le modalità didattiche più congeniali rispetto al profilo di
    funzionamento dell’alunno. A tal proposito, è auspicabile che la relazione diagnostica stilata dal
    team che ha effettuato la valutazione ed erogato la diagnosi sia condivisa con gli insegnanti in
    modo da poter individuare gli strumenti compensativi e le misure dispensative più adeguati. Gli
    strumenti compensativi che potrebbero supportare lo studente con disgrafia sono il tablet o il
    computer, che consentono di non disperdere le risorse cognitive nella realizzazione del tratto
    grafico e di spendere le proprie energie mentali sulla produzione o esecuzione del compito; inoltre,
    la scrittura garantisce la leggibilità di quanto prodotto. Inoltre, essere dispensato dal corsivo
    permette allo studente di avere un minore controllo sull’andamento della scrittura, non dovendo
    cambiare continuamente tipo di carattere e grandezza; esentarlo dalla scrittura a mano veloce, ad
    esempio, dal prendere appunti o dallo scrivere velocemente, in questi casi lo studente può
    apprendere comunque strategie per appuntarsi nozioni e può integrare con gli appunti dei
    compagni o con delle dispense messe a disposizione dai docenti.

    BIBLIOGRAFIA
    Criteri per la diagnosi di disgrafia: una proposta del gruppo di lavoro AIRIPA M.R. Russo, R. Tucci, C. Cornoldi°
    Linea Guida sulla gestione dei disturbi dell’apprendimento – Aggiornamento e Integrazione Giugno
    2021 pubblicata da Istituto Superiore Sanità
    https://www.anupitnpee.it/rivista-digitale/articoli-sulla-professione-del-tnpee/1234-disgrafiastudiodelle-componenti-visuo-percettive-e-motorio-esecutive.html